La vita della nostra mente by Edoardo Boncinelli

La vita della nostra mente by Edoardo Boncinelli

autore:Edoardo Boncinelli [BONCINELLI, EDOARDO]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788897544029
editore: Festival della mente
pubblicato: 2014-09-08T04:00:00+00:00


La sfera emotiva

E veniamo alle emozioni, sebbene non abbia senso distinguere in modo netto tra sfera emotiva e attività razionalizzante e computativa: non esiste evento interiore di un tipo che non coinvolga elementi dell’altro tipo; semplicemente, esistono momenti particolari della nostra vita nei quali un aspetto sembra prevalere sull’altro. Nel momento in cui mi impegno in un calcolo particolarmente complesso, che implica vari passi successivi, o sono alle prese con un problema logico, utilizzo le mie risorse mentali di natura quasi esclusivamente razionale e consequenziale, mentre quando mi trovo nella morsa di una sofferenza psichica, sono prevalentemente in preda alle alterne vicende della mia vita affettiva. Inoltre, ho l’impressione di eseguire un ragionamento che implica un calcolo, invece di vivere i miei stati emotivi. Noi nutriamo un’affezione speciale per i nostri affetti: ci appaiono nobilissimi e superiori – e l’affetto, si sa, rende ciechi. Di conseguenza, ci ribelliamo con forza a chi afferma che le emozioni sono utili e che provarle rappresenta un fondamentale elemento di sopravvivenza.

Cercheremo qui di collocare le emozioni nel quadro di riferimento più appropriato, ossia il perseguimento della sopravvivenza, primo e ultimo obiettivo reale, anche se generalmente inconsapevole, degli esseri viventi. Dal più semplice al più complesso, essi tentano di sopravvivere il più a lungo possibile nel proprio ambiente e infine di riprodursi. Per sopravvivere devono mantenere il proprio stato interno più costante e regolato possibile: a tale scopo sono dotati di una rete di meccanismi, detti omeostatici, che operano silenziosamente e, per così dire, sotterraneamente. Nei batteri e negli organismi pluricellulari più semplici sono sufficienti i meccanismi omeostatici, anche se ci può essere un germe di «comportamento» nel loro avvicinarsi a una sorgente luminosa o nell’allontanarsene, nell’accostarsi a una fonte di sostanze nutritizie e nel fuggire un’alta concentrazione di sostanze tossiche. Negli organismi maggiormente evoluti, invece, esiste una vasta gamma di comportamenti complessi messi in atto per spianare la strada al raggiungimento dell’obiettivo primario. Il comportamento, in senso lato, rappresenta anzi una loro «invenzione», che li ha resi capaci di conquistare ambiti cui la semplice omeostasi interna non poteva arrivare. Avvicinarsi al cibo e prenderlo, allontanarsi dal caldo o dal freddo eccessivi, sottrarsi a un pericolo o affrontarlo, raggiungere un possibile partner sessuale – e, nel caso della nostra specie, parlare – corrispondono ad altrettanti schemi comportamentali adottati in questa o quella circostanza da un animale sufficientemente complesso al fine di facilitare il raggiungimento di un equilibrio omeostatico interno.

Per comportarsi nella maniera più accorta e appropriata è indispensabile la cognizione (ovviamente meglio se avanzata), ma occorre anche avere una propensione per alcune cose e un’avversione per altre. Da che cosa derivano la propensione e l’avversione? In astratto, possiamo pensare a un sistema di spinte e controspinte basato essenzialmente su tre istanze: bisogni primari, premi e punizioni. I bisogni primari hanno un loro statuto a parte: devono venire quasi necessariamente soddisfatti e lo sono, nei limiti del possibile, grazie a una rete di processi somatici di natura omeostatica che passano largamente inosservati, ma che possono a



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